Dopo lo sfondamento alleato in Normandia, l’esercito tedesco era in piena ritirata. Con la conquista di Anversa il 4 settembre, la 15esima Armata tedesca era stata spinta in una sacca lungo il litorale. L’unica via di fuga per i tedeschi era evacuare lungo la Schelda dalla città olandese di Breskens.

Prima della sua ritirata dalla Francia, la 15esima Armata tedesca stazionava attorno al Passo di Calais anticipando un’invasione alleata che mai arrivò. Ora era stata respinta indietro verso l’estuario della Schelda, dove doveva evitare che le forze alleate prendessero il controllo e usassero il porto di Anversa. Il fiume Schelda, che scorreva ad Anversa, doveva rimanere in mani tedesche a tutti i costi per evitare che le navi alleate raggiungessero il porto della città. A questo scopo, Hitler ordinò al Generale von Zangen, il comandante della 15esima Armata, di tenere una testa di ponte sulla sponda Sud della Schelda contemporaneamente al movimento di alcune forze lungo il fiume per rinforzare l’isola di Walcheren e dunque il fronte nel Sud dei Paesi Bassi.

Von Zangen dovette affrontare il problema di essere tagliato fuori dal resto della linea del fronte tedesca a causa della conquista alleata di Anversa. L’unico modo di portare le sue forze a Walcheren era un’evacuazione attraverso la Schelda. Essa iniziò l’8 settembre. A causa degli attacchi aerei alleati l’attraversamento potè essere fatto solo di notte o con il cattivo tempo. Ciononostante, l’evacuazione tedesca fu completa il 22 settembre e più di 86.000 uomini, 600 pezzi di artiglieria, 6.000 veicoli e 6.000 cavalli furono traghettati.

L’evacuazione da Breskens assomigliava molto all’evacuazione alleata da Dunkirk del 1940, in cui più di 300.000 soldati furono traghettati nel Canale della Manica. L’evacuazione da Breskens, seppur più piccola in termini di numeri, era una conquista di rilievo, specialmente dato che gli Alleati avevano una completa superiorità aerea. I tedeschi erano riusciti a salvare un piccolo esercito in condizioni molto avverse.