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Abbazia di Montecassino

L’abbazia di Montecassino fu fondata da San Benedetto nel VI secolo. Durante la Seconda guerra mondiale, essa era una parte cruciale della Linea Gustav. Il 15 febbraio 1944, l’abbazia fu bombardata dagli Alleati, che credevano erroneamente che fosse usata come punto d’osservazione tedesco.

L’abbazia di Montecassino è uno dei più grandi monasteri in Italia. L’abbazia fu fondata da San Benedetto nel VI secolo. Essa era una parte della Linea Gustav, lunga 161 km, creata per bloccare l’avanzata degli Alleati lungo la penisola italiana.

Tra il 17 gennaio e il 18 maggio 1944, Montecassino fu lo scenario di una feroce battaglia. Poiché era situata in una zona storica protetta, l’abbazia non fu occupata dai tedeschi. Sfortunatamente, i comandanti alleati credettero che l’abbazia fosse usata come un punto d’osservazione per l’artiglieria tedesca. Nonostante l’assenza di prove eloquenti, il monastero fu raso al suolo da un attacco aereo di bombardieri americani il 15 febbraio.

La distruzione dell’abbazia fu uno dei peggiori errori della Seconda guerra mondiale. 230 civili italiani che avevano cercato rifugio nel monastero furono uccisi e i paracadutisti tedeschi ne occuparono le rovine, che fornirono loro un’ottima copertura difensiva.

Fortunatamente, la distruzione non fu completa. All’inizio della battaglia, i comandanti tedeschi avevano trasferito circa 1400 preziosi manoscritti e altri oggetti di culto dall’abbazia al Vaticano, salvandoli dalla distruzione. Al termine della guerra, l’abbazia venne ricostruita esattamente com’era prima del conflitto e fu riconsacrata nel 1964 da papa Paolo VI.

Abbazia di Montecassino

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