- Monument/Memorial
- Kallweg, 52393 Hürtgenwald, Allemagne
Quando nel novembre 1944 le stanche unità americane furono costrette a ritirarsi dal villaggio di Schmidt, dovettero attraversare il ponte sul fiume Kall sotto il fuoco nemico. Nel mezzo del combattimento, il dottor Stüttgen, un medico tedesco, organizzò molti brevi cessate il fuoco. Di conseguenza, i soldati feriti da entrambi gli schieramenti poterono essere curati da medici e paramedici tedeschi.
Nel novembre 1944 unità della 28esima Divisione di fanteria statunitense avanzarono verso lo strategico villaggio di Schmidt attraverso il cosiddetto “Sentiero Kall”, una strada sterrata attraverso una fitta foresta. Dopo otto giorni di combattimenti, la Battaglia per Schmidt si concluse con una sconfitta per gli americani. I soldati, ormai spossati, furono costretti a ritirarsi dietro alla linea del fronte di Vossenack.
Ritirandosi da Schmidt, i sopravvissuti dovettero attraversare il ponte sul Kall in un momento in cui parti della vallata circostante erano già state ricatturate dai tedeschi. Tra il 7 e il 9 novembre, il dottor Stüttgen, un capitano tedesco nel corpo dei medici, riuscì a negoziare numerosi piccoli cessate il fuoco presso il ponte, permettendo ai soldati feriti di entrambi gli schieramenti di essere curati. Gli effetti di questi cessate il fuoco erano tuttavia limitati a causa della confusione sul campo. In ogni caso, i dottori e paramedici tedeschi salvarono le vite di molti soldati americani.
Dopo la guerra il dottor Stüttgen fu onorato dal Governatore della Pennsylvania per quest’atto di umanità. L’evento presso il ponte sul Kall fu immortalato nel quadro ’A Time for Healing’ (‘Un tempo per la guarigione’) che è visibile al museo della Guardia Nazionale statunitense. Una replica del quadro è anche esposta al museo ‘Hürtgenwald 1944 und im Frieden’ di Vossenack.
Sul ponte sul fiume Kall oggi c’è anche una statua di Michael Pohlmann, che ricorda al visitatore questo momento di umanità nel mezzo dell’orrore. “Non volevo creare un memoriale eroico, niente di teatrale, niente pathos. Volevo onorare questo luogo con modestia, con una semplice scultura di roccia che eleva il posto in cui la razionalità – o magari l’emozione – resero possibile incontrarsi in umanità”.