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La resistenza a Porta San Paolo

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  • Piazza di Porta S. Paolo, 80, 00153 Roma RM, Italy

Dopo l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943, Roma si ritrovò abbandonata a se stessa. L’esercito italiano e decine di civili provarono a resistere a Roma, a Porta San Paolo, per poi capitolare: i tedeschi occuparono la città.

Una volta che la notizia dell’armistizio venne diffusa dalla radio, per voce del generale Badoglio, i tedeschi misero immediatamente in atto il piano di aggressione finalizzato a disarmare l’esercito italiano e riprendere Roma. Inizialmente la maggior parte degli scontri avvenne alla periferia sudovest, nei quartieri EUR e Garbatella, prima di giungere a Porta San Paolo.

I combattimenti a Porta San Paolo iniziarono la mattina del 10 settembre: da una parte vi era un esercito ben organizzato e determinato, dall’altra reparti sparsi, spesso privi di ufficiali e ordini precisi. Infatti il re e la sua famiglia, Badoglio e una parte del governo, lasciarono Roma e le sedi governative con un lungo corteo di sessanta auto nere, proprio mentre i granatieri e i fanti dell’esercito italiano si sacrificavano, aiutati da semplici cittadini, spontaneamente accorsi a combattere per difendere la propria città. Gli scontri furono violenti e impari e nel tardo pomeriggio i tedeschi oltrepassarono Porta San Paolo. Iniziava così di fatto l’occupazione tedesca di Roma.

A ricordo dei combattimenti che qui si svolsero, sulle mura situate a sinistra della Piramide Cestia, davanti a Porta San Paolo, si possono notare ben quattro lapidi, due delle quali ricordano la Resistenza Romana; la terza lapide ricorda lo sbarco alleato ad Anzio del 4 giugno 1944 e la quarta i Caduti della Resistenza e del terrorismo.

La resistenza a Porta San Paolo

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