La regione Lazio, nell’Italia centrale, fu teatro di violenti scontri durante la Seconda guerra mondiale: qui si combatterono le battaglie di Montecassino e Anzio prima che gli Alleati potessero conquistare la capitale Roma. Rivivete lo sbarco e la battaglia di

Il Museo della Liberazione di Via Tasso, a Roma, è il luogo simbolo dell’occupazione nazista della capitale. Il museo occupa un intero edificio che fu usato come prigione dalla Polizia di sicurezza nazista sotto il comando di Herbert Kappler.

Durante il rastrellamento del Ghetto di Roma, l’ospedale Fatebenefratelli nascose un gruppo di ebrei prima che venissero caricati sui camion. Essi vennero ricoverati in ospedale a causa della cosiddetta “Sindrome K”.

Il quartiere EUR, a sud di Roma, è uno dei migliori esempi di architettura e urbanistica fascista in Italia. Mussolini aveva in mente di progettare e fondare una nuova Roma protesa verso il futuro, e il quartiere EUR ad oggi conserva la più vasta eredità architettonica razionalista del periodo fascista. 

Palazzo Wedekind in Piazza Colonna era la sede centrale del Partito Nazionale Fascista durante gli anni del regime fascista in Italia. Dopo la capitolazione giunse l’occupazione tedesca, durante la quale molti fascisti ricomparvero sulla scena che ruotava attorno al Palazzo.

Roma fu la prima capitale ad essere liberata dall’occupazione nazista il 4 giugno 1944. Roma era stata dichiarata città aperta, ciò significa che sarebbe stata conquistata senza alcun combattimento. La liberazione fu un sollievo dopo i pesanti combattimenti nella campagna di Cassino.

Nell’ottobre 1943, i nazisti deportarono oltre mille ebrei dal ghetto di Roma, che ha una storia antica di secoli.

Il 24 marzo 1944, le forze tedesche giustiziarono 335 prigionieri italiani nelle Fosse Ardeatine, appena fuori Roma. L’eccidio era una rappresaglia per l’attacco ai nazisti compiuto a via Rasella il giorno precedente. Nessuna delle persone uccise era coinvolta nell’attacco.

Nel palazzo del Laterano, a Roma, trovarono rifugio clandestinamente, tra il 1943 e il 1944, numerosi esponenti dell’antifascismo e politici che dopo pochi mesi avrebbero scritto la Costituzione italiana e governato il paese.

Palazzo Venezia, a Roma, fu il luogo scelto da Mussolini per la sede del governo fascista. Egli decise di utilizzare come proprio ufficio la Sala del Mappamondo, da cui si apre il celebre balcone. Dal balcone, Mussolini arringava la folla nelle occasioni più importanti, come il 10 giugno 1940, quando l’Italia fascista decretò l’entrata in guerra.

Dopo l’annuncio dell’armistizio l’8 settembre 1943, Roma si ritrovò abbandonata a se stessa. L’esercito italiano e decine di civili provarono a resistere a Roma, a Porta San Paolo, per poi capitolare: i tedeschi occuparono la città.

Il 23 marzo 1944, in Via Rasella a Roma, una bomba sistemata da un gruppo di partigiani del Gruppo d’Azione Patriottica (GAP) uccise 33 soldati nazisti. Come rappresaglia, il comando tedesco ordinò l’uccisione di dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso.

Situata a Nord-Est del centro di Roma, Villa Torlonia era la residenza ufficiale di Mussolini. Sotto la villa furono costruiti un bunker per Mussolini e due rifugi antiaereo. Oggi è possibile visitarli insieme al parco e ai musei.