Nel 1944, durante il combattimento della testa di ponte di Anzio, Adriana Vitali aveva 9 anni e fu testimone del bombardamento di Littoria (attuale Latina) da parte degli aerei americani e britannici e delle navi ormeggiate ad Anzio e Nettuno. La sua famiglia, così come l’intera popolazione di Littoria, ricevette ordine dai tedeschi di evacuare la zona del combattimento.
Littoria, situata tra il fronte di Cassino e la testa di ponte di Anzio, fu bombardata dagli aerei degli Alleati e dalle navi americane e britanniche ormeggiate ad Anzio e Nettuno. Adriana udì le sirene spiegate, vide la distruzione causata dai bombardamenti e assistette alla corsa verso i rifugi antiaerei.
Suo padre, mentre era in campagna alla ricerca di cibo, si imbatté in un pilota americano che era stato abbattuto e stava nascondendo il suo paracadute. I due decisero di aiutarsi a vicenda: il padre di Adriana ottenne il paracadute in cambio indumenti civili. Disse inoltre al pilota come raggiungere le truppe degli Alleati.
Il 1° aprile del 1944 i tedeschi ordinarono ai cittadini di Littoria di abbandonare immediatamente la città. Il padre di Adriana riuscì a recuperare un carro trainato da un cavallo, e un giovane soldato fascista repubblicano guidò la famiglia Vitali verso la zona di difesa tedesca. Da lì, videro gli aerei degli Alleati che distruggevano le case di Littoria. Il soldato ripartì per tornare in città, ma pochi istanti dopo la famiglia vide il giovane uomo saltare in aria a causa di una mina terrestre.
Per i sei mesi successivi la famiglia Vitali rimase a Norma, a circa 20 km da Littoria. Fece poi ritorno a Littoria, dove ritrovò la propria casa gravemente danneggiata. Pochi mesi dopo, il 4 ottobre 1944, Adriana festeggiò la prima comunione. Ricorda ancora i soldati britannici che le offrirono delle caramelle e il bellissimo vestito che indossò quel giorno, realizzato con la seta del paracadute americano.