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Sant’Anna di Stazzema

Il villaggio di Sant’Anna di Stazzema, in Toscana, fu teatro di un massacro nazista nel corso di un’operazione contro il movimento di resistenza italiano durante la campagna d’italia. 1.430 civili italiani furono uccisi tra il luglio e il settembre 1944. Nel villaggio sono stati costruiti il Parco Nazionale della pace e altri monumenti dedicati all’eccidio.

Il massacro di Sant’Anna di Stazzema era parte della ‘strategia del terrore’ attuata da Kesselring, comandante in capo delle truppe tedesche in Italia, che nell’estate del 1944 causò quasi 4000 vittime in tutta la Toscana.
Preoccupato della crescente attività della resistenza, Kesselring emanò un’ordinanza che autorizzava qualsiasi misura di repressione per combattere il movimento partigiano. Per i tedeschi era di fondamentale importanza rendere il fronte occidentale della Linea Gotica sicuro e tranquillo.

Alle prime luci dell’alba del 12 agosto, circa 300 soldati delle SS, divisi in quattro plotoni, circondarono Sant’Anna di Stazzema, un piccolo paese in provincia di Lucca. La XVI Divisione corazzata “Reichsführer-SS” era comandata da Anton Galler, un ufficiale nazista con espeprienza a Dachau e nei lager polacchi, e guidata da fascisti italiani.
La violenza dei nazisti si abbatté sull’intera comunità di Sant’Anna e su molte persone che vi erano nascoste per fuggire dalla battaglia e dai bombardamenti della costa.

In poche ore più di 500 persone vennero massacrate, principalmente bambini, donne e anziani. Essi vennero brutalmente rastrellati, picchiati, chiusi nelle stalle o nelle case e uccisi con mitragliatrici o bombe a mano. Gli edifici furono poi incendiati, per cancellare il più possibile ogni traccia.
Sant’Anna di Stazzema è uno dei luoghi della resistenza civile italiana e uno dei siti che meglio rievocano gli orrori dell’occupazione nazista e la brutalità della guerra.

Sant’Anna di Stazzema

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